La tecnologia dell’educazione si occupa dell’impiego dei media per l’apprendimento, della progettazione e dell’allestimento di ambienti e sistemi formativi.
Essa studia come i media possano favorire l’apprendimento; i suoi ambiti di applicazione vanno dall’introduzione nelle scuole delle nuove tecnologie alla formazione degli insegnanti, dalla produzione di software alla progettazione di corsi online, alla costituzione di learning communities.
La tecnologia dell’educazione si è sviluppata nel contesto statunitense dagli anni del secondo dopoguerra, applicando all’istruzione conoscenze scientifiche ricavate dalla psicologia sperimentale; mentre, in Italia è stato necessario attendere gli anni settanta-ottanta, quando la rivoluzione informatica ha stimolato la costituzione di un’area di interesse tecnologico-educativo.
Dagli anni ottanta s’inizia a parlare di tecnologie didattiche, anche grazie alle attività svolte dall’Istituto per le Tecnologie Didattiche di Genova, oppure in maniera più ampia di tecnologia dell’educazione.
Il Laboratorio di Tecnologie Audiovisive del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma Tre si occupa, dalla metà degli anni ottanta, del rapporto fra media e formazione, evidenziando la fase in cui la rete si impone come ambiente, risorsa e strumentazione tecnologica per attività di formazione.
Secondo Maragliano la pedagogia delle tecnologie è sottoposta ad un processo di evoluzione che vede l’integrazione della rete con i libri ed i giornali.
La dimensione è quella di un sistema aperto, quello dei media, che varia nel tempo, nello spazio e nei vari contesti, ed include sistemi in cui la formazione è prevalentemente in presenza, con sistemi in cui la formazione è prevalentemente a distanza.
Questa dimensione può solo arricchire l’apprendimento/insegnamento se ci si libera dai pregiudizi verso le tecnologie.
L’avvento dei media digitali ha spinto a riconsiderare l’insegnamento/apprendimento ed il rapporto fra insegnanti e tecnologia: non bisogna temere che la tecnologia possa sostituire gli insegnanti, ma occorre ragionare nell’ottica di un sistema in cui vecchi e nuovi sussidi si integrano ed aiutano chi opera nella formazione a perseguire obiettivi pedagogici.
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Testo dell’articolo a cura di M. Proietta (MyMood).