Non solo lingua Inglese come materia di studio, d’insegnamento o come strumento di lavoro. Ma anche tematiche di comunicazione, relazioni, PNL e coaching…
Tutto questo e molto altro è “Tommaso Passaretta Traduzioni”!
L’uso di una lingua non è solo “parlare”, ma soprattutto comunicare (ovvero, com-unicare: mettere in comune, condividere).
Per farlo, servono anche strumenti di comunicazione: PNL e Coaching…
Ed è per questo che – attingendo alle mie competenze al riguardo – implementerò nell’attività di traduzioni ed interpretariato due novità:
- Tematiche a sfondo PNL e Coaching inerenti la comunicazione linguistica, sia in italiano sia in Inglese;
- La creazione di un nuovissimo editoriale (giornale on line) abbinato al sito, sia in italiano sia in Inglese;
…E tanto per iniziare, in attesa dell’avvio del giornale on line, pubblico questo primo articolo inerente le relazioni umane al tempo della comunicazione virtuale.
L’avvento della prossimità virtuale rende le connessioni umane al contempo più frequenti e più superficiali, più intense e più brevi.
Le connessioni tendono ad essere troppo superficiali e brevi per condensarsi in legami.
Incentrate sull’attività in corso, esse sono protette dal pericolo di tracimare e coinvolgere i partner in qualcosa che va al di là del tempo necessario a comporre e leggere un messaggio e dell’argomento in esso contenuto, contrariamente a ciò che fanno le relazioni umane, notoriamente diffuse e voraci. Occorre meno tempo e fatica, tanto per creare contatti quanto per romperli.
La distanza non è un ostacolo al tenersi in contatto, ma il tenersi in contatto non è un ostacolo all’essere distanti.
Gli spasmi della prossimità virtuale terminano, idealmente senza strascichi e residui permanenti. La prossimità virtuale può essere interrotta, sia concretamente che metaforicamente: basta premere un pulsante.
Sembra quasi che la conseguenza più feconda della prossimità virtuale sia la separazione tra comunicazione e relazione. Diversamente dalla prossimità topografica vecchio stile, essa non richiede che i legami siano già stabiliti, né ha come conseguenza necessaria di stabilirli.
“Essere connessi” è meno costoso che “essere sentimentalmente impegnati”, ma anche considerevolmente meno produttivo in termini di costruzione e preservazione di legami.
Cosa ne pensate?
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